Non ricorre l'ipotesi di diffamazione per chi insulta l'interlocutore in una video chat, anche se alla presenza di più persone.

La Corte di Cassazione, con la sentenza in commento, precisa che nell'ipotesi richiamata non scatta il reato di diffamazione, dal momento che la persona offesa è presente.

Tale comportamento integrerebbe la fattispecie dell'ingiuria, ipotesi tuttavia depenalizzata dalla legge n. 7 del 2016.

Secondo la Quinta sezione penale "l'elemento distintivo tra ingiuria e diffamazione è costituito dal fatto che nell'ingiuria la comunicazione, con qualsiasi mezzo realizzata, è diretta all'offeso, mentre nella diffamazione l'offeso resta estraneo alla comunicazione offensiva intercorsa con più persone e non è posto in condizione di interloquire con l'offensore".

Cassazione Penale, Sez. V, sentenza n. 10905 del 31 marzo 2020.